Tavecchio: il caos dopo le banane

Subito dopo la fine del drammatico mondiale azzurro, i vertici della Federazione sono crollati: via Prandelli e via il presidente Abete, che si sono dimessi ammettendo il fallimento del loro progetto.
Per il nuovo Presidente Federale all’inizio circolava praticamente un solo nome, quello di Carlo Tavecchio, attuale presidente della Lega Dilettanti.

Tutti con lui

Sembrava quasi che non fosse necessaria neanche una votazione: ben diciotto club di Serie A appoggiavano la sua candidatura.
In fondo Taveggio può vantare un curriculum di primissimo piano: entra in Federcalcio nel 1987 come consigliere del Comitato lombardo della Lega Nazionale Dilettanti, della quale è diventato presidente nel 1999.
Dal 2007 è anche vicepresidente della FIGC (dal 2009 vicepresidente vicario) e dal 2009 è designato dall’Uefa come membro della Commissione per il calcio giovanile e dilettantistico.
Inoltre è stato consulente del Ministero dell’economia e membro della Commissione presso il Ministero della salute.
Insomma, un profilo di tutto rispetto (anche se con qualche problema giudiziario in passato).

La gaffe

Durante l’assemblea estiva della Lega Dilettanti Taveggio ha esposto alcuni dei suoi punti fermi: il commissario tecnico della Nazionale deve essere di prestigio ma rispettare le ristrettezze economiche della Federazione e deve essere in grado di dare una linea tecnica per tutte le selezioni, dall’under-15 alla maggiore; no alle seconde squadre e sì alle multiproprietà; l’obbligo per i grandi club di avere una squadra femminile.
Ma quando vuole spiegare il suo punto di vista sull’esagerata presenza di stranieri nel nostro campionato arriva la gaffe: elogi all’Inghilterra dove gli stranieri prima di essere ingaggiati e giocare devono dimostrare di valere qualcosa, mentre in Italia “arrivano stranieri che prima mangiavano banane e da noi sono titolari”, facendo riferimento ad un fantomatico Optì Pobà che gioca titolare nella Lazio.
Dopo la frase le scuse, ma ormai era tardi.

Le reazioni del web

Le reazioni più immediate sono quelle della gente comune che, una volta appresa la notizia dai siti e dai telegiornali ha iniziato a riempire il web con fotomontaggi e improbabili vignette con protagonisti inseparabili Tavecchio e le banane.
Come se non bastasse, per rendere il momento ancora più difficile, è comparsa con veemenza sulla rete un’intervista del presidente della LND rilasciata a Report lo scorso maggio, in cui spiega che la sua Lega era intenta a dare una dignità alla donna nel calcio anche sotto l’aspetto estetico, perché prima la donna veniva considerata come un soggetto handicappato rispetto all’atleta maschio per resistenza, tempo ed espressione atletica, mentre ora sono molto simili.
Inoltre poco prima dello scandalo-banane, Tavecchio era stato oggetto di uno scherzo telefonico da parte di un finto Luciano Moggi all’interno del programma radiofonico La Zanzara.

Le reazioni del mondo del calcioTavecchio candidato alla presidenza FIGC

L’argomento che è stato toccato è delicato e anche dal mondo del pallone arrivano le reazioni: il presidente dell’Associazione Calciatori Tommasi si è detto sconcertato dalla frase e allibito per il silenzio che l’ha circondata, il presidente dell’Associazione Allenatori Ulivieri ha detto che il suo candidato è Albertini al quale avrebbe comunque tolto l’appoggio se avesse pronunciato frasi del genere, l’attaccante della Sampdoria Okaka ammette il suo dispiacere nel sentire queste cose e dice che la colpa però è anche di chi fa rimanere in posizioni importanti chi pensa queste cose.
Anche Fifa e Uefa sono intervenute, proclamando che la loro è una politica di tolleranza zero su discriminazione e razzismo.
Il numero delle squadre che hanno tolto il loro appoggio a Taveggio come candidato alla presidenza delle FIGC inizia ad aumentare: prima Fiorentina e Sampdoria, poi Sassuolo, Torino e Brescia.
Non manca comunque il fronte di coloro che, nonostante tutto, rimangono dalla sua parte: Milan, Genoa, Atalanta, Cesena, Empoli, Zeman…tutti sono consapevoli che la sua è stata un’uscita infelice (per la quale si è più volte scusato), ma non è possibile accusare per questo una persona di razzismo e disconoscerne le qualità.

Le parole del concorrente Albertini

Albertini ha detto che la frase di Tavecchio non aveva bisogno di ulteriori commenti, aveva già messo in difficolta la Federazione a livello internazionale, e che ora si sente forte dell’appoggio degli allenatori e di diverse squadre.
Ieri Albertini ha incontrato il presidente del Coni Malagò, con il quale ha convenuto che la FIGC non può andare incontro al commissariamento quando ci sono due candidati alla presidenza prima di esporre il suo programma.
Anche Tavecchio incontra il numero uno del Coni, smentendo coloro che dicevano che si volesse ritirare: porterà avanti la sua candidatura perché sente ancora la fiducia delle quattro Leghe.

Le reazioni della politica e della stampa estera

Il PD ha emesso una nota con cui chiede a Malagò di esprimere durante il suo incontro con Tavecchio le critiche per le sue “misere e incomprensibili” parole.
Mentre il premier Renzi preferisce non sbilanciarsi, Graziano Delrio (sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Sport) definisce infelice le frasi di Tavecchio, ma l’importante non è il nome del candidato, ma quello che ha intenzione di fare.
La gaffe di Tavecchio è arrivata anche sui giornali stranieri come As, Vanguardia e L’Equipe (che è stata più dura perché ha riscontrato in Opti Pobà una sorta di caricatura del francese Pogba).